Oggi ho
il cuore gonfio di emozioni, come le nuvole cariche di pioggia che vedo in
lontananza dalla finestra. Ho giusto il tempo di fermarmi un attimo a
riflettere, perché questo è un fine settimana davvero intenso. Non voglio
parlare degli eventi, bensì di tutto ciò che sta dietro ad essi, dietro ai
sorrisi, agli applausi, alle lacrime, agli abbracci…
Ho
sempre pensato di essere un tipo un po’ solitario o, meglio, ho sempre
preferito esserlo. Chi sta bene con se stesso sa che gli “altri” possono
turbare la propria calma interiore e creare problemi che un misantropo non
avrebbe. Tuttavia, siamo esseri umani: ci è impossibile restare da soli. Nella
vita incrociamo il nostro cammino con quello di migliaia di altre persone. Con
alcune di esse scambio appena uno sguardo prima di proseguire, con altre
percorriamo qualche metro, altre ancora le portiamo dentro per tutta la nostra
strada.
Nell’ultimo
anno ho avuto modo di far entrare nella mia vita diverse persone, che hanno
totalmente stravolto il mio modo di pensare e di essere. Sono stati turbamenti
che mi hanno resa felice: mi hanno fatta crescere e mi hanno fatta stare bene.
D’altra
parte, ci sono anche quelle persone che porto dentro da sempre, senza le quali
non so nemmeno se sarei proprio io. A volte mi hanno delusa, mi hanno ferita, altre
volte mi hanno capita con un solo sguardo. A volte ho pensato di liberarmene
per sempre, altre volte ho pensato che ci sono legami così profondi che
impossibile scavare fino a trovare il punto in cui si possono spezzare.
Infine,
ci sono quelle persone con cui ho percorso qualche metro, prima che ognuno
prendesse strade diverse. Il più delle volte mi hanno fatta inciampare,
piuttosto che sostenermi, mentre camminavamo mano nella mano, e mi hanno
lasciato solo tanto amaro in bocca. Ho capito, però, che non è vero che “chi va
con lo zoppo impara a zoppicare”: a volte impara che è meglio camminare da soli
e che, quando lo si fa in due, è meglio farlo con qualcuno un po’ migliore.
Se non
avessi capito questo non so se ora sarei così felice e, forse, anche un po’ più
serena nei confronti del fatto che può succedere: che le persone possono farci
del male, ma che si va avanti lo stesso. Con una testa diversa, consapevolezza
diversa e, magari, con una persona diversa.
Ora non
mi resta che tornare a vivere le mie emozioni, che “la vita o la si vive o la
si scrive”, no?
(foto: http://seitu.tumblr.com/page/30)
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