Io
guido spesso, spessissimo. A volte mi sembra di passare l’eternità al volante!
E al volante mi metto spesso a pensare… Come quando si pensa sotto la doccia:
quasi tutti mentre ci massaggiamo lo shampoo sulla testa iniziamo a riflettere
sulle cose più disparate e, a volte, assurde.
L’altro
giorno pensavo a quanto io sia felice in questo periodo e a quanto io mi senta
fortunata. Ho tante cose da fare, tantissime, ma ho abbastanza energia per
farle tutte e anche discretamente bene. Lavoro, frequento l’università e con
questo ritmo l’anno prossimo riuscirò a laurearmi. Avevo degli obiettivi e li
ho raggiunti e relativamente in poco tempo. Non mi sento mai sola e non mi
sento mai triste: mi sento apprezzata e mi sento amata. Sì, penso di poterlo
dire con certezza: non sono mai stata così bene! Quando ero circa adolescente
ed ero - come tutti i circa adolescenti - parecchio complessata, sognavo spesso
questo momento: il momento in cui mi sarei sentita in un certo senso realizzata
e in pace con me stessa e ancora non riesco a credere di esserci arrivata.
Eppure, tutto questo ha un vago retrogusto amaro. Mi fa più o meno lo stesso
effetto che mi fa avere nel portafogli i soldi della mancia di compleanno della
nonna: avere con me tutti quei contanti mi mette ansia e finché non li ho
versati in banca non mi sento tranquilla. Fa paura il pensiero che qualcuno possa
derubarmi di quella piccola fortuna.
A
volte la fortuna e la felicità ci spaventano: quando ci rendiamo conto di avere
tutto, di essere giovani e sani, di aver raggiunto traguardi importanti e di
avere accanto persone meravigliose…È allora che ci chiediamo: “Cosa succederà
adesso? Cosa sto per perdere?”. Il karma dovrà pure pareggiare i conti, in
qualche modo. Eppure sappiamo di aver passato dei brutti momenti, di aver
sofferto e di meritare, in fondo, qualche soddisfazione. Abbiamo lavorato sodo,
abbiamo lottato, eppure ci chiediamo sempre se sia bastato, se fosse
sufficiente solo questo.
Forse
è come quando si arriva in cima a una salita e ci si gode semplicemente il
panorama, dimenticandosi della fatica, del male alle gambe e delle volte che ci
siamo chiesti: “Chi me lo ha fatto fare?”. E forse è proprio l’unica cosa che
ci resta da fare: goderci il panorama. Finché non si metterà a piove, finché
non diventerà buio o finché non ci verrà voglia di alzarci per rimetterci in
cammino verso una salita più lunga, per raggiungere una vetta più alta…
(foto: Annie Graham / Tumblr)
Sono felice per te. Ma goditela! Non perdere tempo prezioso a preoccuparti del domani! Che Dio ti benedica
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